Riapprovazione del glifosato influenzata dell'industria chimica - nuove prove
Salute pubblica / Glifosato
Oggi Bart Staes, deputato al Parlamento europeo del gruppo Verdi/ALE e correlatore della commissione PEST sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell'UE, insieme ai colleghi di altri gruppi, ha presentato nuove prove schiaccianti sulla partecipazione dell'industria chimica alla procedura di rinnovo dell'autorizzazione della pericolosa sostanza glifosato.
Su richiesta degli eurodeputati, gli esperti Stefan Weber e Helmut Burtscher-Schaden illustrano in dettaglio la portata del plagio dell'agenzia tedesca Federal Institute for Risk Assessment (BfR) in merito alla valutazione della domanda di rinnovo del glifosato presentata dalle compagnie produttrici, compresa la Monsanto. La Germania, che è stata nominata Stato relatore dell'UE per la valutazione sette anni fa, attraverso il BfR, ha violato il diritto comunitario che richiede l'indipendenza e l'obiettività di tali valutazioni.
Dichiarazione di Marco Affronte, membro Verdi/ALE della commissione per l'ambiente e la salute pubblica (ENVI):
"É inammissibile che la salute pubblica venga messa a rischio solo perché l'industria chimica possa realizzare un profitto. È estremamente preoccupante vedere che fino al 50% di alcuni capitoli della valutazione del regolatore tedesco sono stati effettivamente scritti dalla Monsanto. Attraverso questa pratica inaccettabile del BfR, studi scientifici indipendenti che mostravano effetti cancerogeni legati al glifosato sono stati eliminati e non sono stati presi in considerazione, e le valutazioni che mettono in guardia sui pericoli del glifosato sono mancate tutte insieme.
"Così come i produttori di tabacco non possono più parlare dei benefici del fumo per la salute, l'industria chimica non dovrebbe essere in grado di scrivere la propria autorizzazione per i prodotti potenzialmente dannosi. I risultati di oggi amplificano le raccomandazioni della relazione PEST, che sarà votata domani, per una maggiore trasparenza e un controllo indipendente sulla procedura di autorizzazione delle sostanze chimiche potenzialmente dannose.
"Qualsiasi autorità di regolamentazione che, nell'approvare prodotti fitosanitari, si limita a copiare e incollare studi finanziati dall'industria stessa che li produce, senza sempre fare chiaro riferimento al materiale di partenza, rischia piuttosto di apparire solo un reparto marketing. L'indipendenza delle valutazioni pubbliche delle sostanze che l'industria chimica desidera commercializzare è un prerequisito per l'adozione di decisioni eque e sicure. La Commissione europea e gli Stati membri dell'UE devono garantire che le autorità di regolamentazione siano adeguatamente indipendenti e scientifiche".