Per salvare vite in mare è urgente l'intervento dell'UE
Migrazione
Oggi i deputati al Parlamento europeo discuteranno la necessità di una soluzione europea sull' asilo e la migrazione che comprenda la ricerca e il salvataggio nel Mediterraneo. Ieri, il "Progetto migranti dispersi" dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha riportato che quasi 6.000 persone sono morte nel Mediterraneo tentando di raggiungere l'Europa dall'inizio dello scorso anno e quasi 30.000 sono morte dal 2014. Il Gruppo Verde/EFA chiede agli Stati membri di rispettare il diritto internazionale e i diritti umani, di mostrarsi solidali con gli Stati membri che si trovano ad affrontare un numero sproporzionato di arrivi e di rafforzare il proprio ruolo nella ricerca e nel salvataggio nel Mediterraneo.
Rosa D’Amato, eurodeputata dei Verdi/EFA, membro della Delegazione all'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, commenta:
"I nuovi dati dell'OIM ci ricordano che il Mediterraneo è una rotta particolarmente letale per chi fugge dalle guerre e dalle persecuzioni. Invece di sostenere chi ha bisogno di aiuto in mare, l'UE finanzia Paesi terzi con una pessima reputazione sui diritti umani per impedire alle imbarcazioni di rifugiati di raggiungere le nostre coste. Questo approccio non fa altro che provocare più morti. Abbiamo urgentemente bisogno di percorsi sicuri e legali per i richiedenti asilo che raggiungono l'Europa.
"Le ONG stanno svolgendo un lavoro vitale laddove i governi e l'UE stanno fallendo e non dovrebbero essere criminalizzate per aver fatto ciò che in realtà spetterebbe ai governi e che è un obbligo internazionale: salvare vite in mare. Le navi delle ONG che svolgono operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo vengono respinte nei porti dell'UE per giorni, a volte anche per settimane. Lo sbarco deve essere reso possibile per tutte le persone soccorse nel porto sicuro più vicino.
"Gli Stati costieri europei hanno l'obbligo internazionale di salvare le persone in mare e portarle a riva, ma si rifiutano di farlo nel cinico tentativo di forzare la solidarietà degli altri Stati membri. È per questo che dobbiamo ritenere questi Stati responsabili di aver violato questo obbligo e di aver messo a rischio delle vite. Ma abbiamo anche bisogno di un meccanismo di ricollocazione permanente e obbligatorio per un'equa distribuzione dei rifugiati in tutta Europa.
"L'UE dovrebbe finanziare una missione di ricerca e salvataggio guidata dagli Stati, e la Commissione europea deve assumersi maggiori responsabilità nel coordinamento della ricerca e del salvataggio e costringere gli Stati membri ad assumersi le proprie".
Per saperne di più:
Il 21 novembre la Commissione europea ha presentato un nuovo piano d'azione per il Mediterraneo centrale che sarà discusso dal Consiglio il 25 novembre.
La ricerca e il salvataggio sono un obbligo previsto dal diritto internazionale; lo sbarco deve essere reso possibile per tutte le persone soccorse il prima possibile.