Le colture geneticamente modificate importate continuano ad entrare nell'UE mentre il processo di autorizzazione è in corso di riforma
Rendere più democratiche le autorizzazioni degli OGM
A poco a poco, il Parlamento europeo sta cercando di introdurre più democrazia e trasparenza nei processi decisionali dell'UE. Infatti, dopo la commissione per l'industria di Aprile, la commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo (AFCO) ha appena adottato una posizione che chiede una profonda riforma del modo in cui l'UE approva gli OGM, le sostanze attive contenute nei pesticidi o qualsiasi prodotto o sostanza suscettibile di avere un impatto sulla salute umana o sull'ambiente.
In effetti, l'attuale sistema (chiamato "comitatologia") è disfunzionale da anni, in particolare per quanto riguarda gli OGM. Per quanto riguarda la loro autorizzazione, il Parlamento europeo ha solo un ruolo simbolico in materia, mentre gli Stati membri non sono stati in grado di raggiungere una decisione comune negli ultimi tre anni. Ciò lascia la facoltà di decidere in mano alla Commissione; ma le minacce delle multinazionali biotecnologiche di adire le vie legali l'hanno portata a rilasciare le autorizzazioni richieste, ignorando sistematicamente la posizione del Parlamento.
L'AFCO chiede una totale trasparenza sui progetti di testi di autorizzazione, nonché sui pareri e sul comportamento di voto degli Stati membri, in ogni fase del processo. Cosa ancora più importante, la relazione propone di porre fine al potere decisionale della Commissione: o gli Stati membri raggiungono una maggioranza qualificata a favore di un prodotto, o questo non può essere autorizzato. Infine, per evitare il ripetersi continuo di situazioni di stallo politico, l'AFCO chiede che il Parlamento europeo o il Consiglio abbiano la possibilità di revocare le competenze di esecuzione conferite alla Commissione quando la situazione lo richieda.
Pascal Durand, relatore del gruppo Verts/ALE, ha commentato: "È giunto il momento che i cittadini dell'UE abbiano finalmente un facile accesso alle posizioni che i loro governi difendono a loro nome quando negoziano in seno a Bruxelles. È necessario che il processo decisionale dell'UE in materia di OGM e di altri prodotti sia più trasparente e democratico".
Nel frattempo, le colture geneticamente modificate importate continuano ad entrare nell'UE
Tuttavia, mentre la questione è discussa in seno al Parlamento europeo, le autorizzazioni degli OGM non sono si sono fermate, al contrario. Dall'inizio del dibattito nel Febbraio 2017, la Commissione ha presentato 14 nuove autorizzazioni (7 mais, 4 soia, 1 cotone, 1 colza e 1 barbabietola), che portano il numero a ben 25 OGM dal Dicembre 2015 - più delle due Commissioni precedenti messe insieme!
Le ultime due proposte - il mais poeticamente chiamato GA21 di Monsanto e Syngenta, e il mais 1507 x 59122 x MON 810 x NK603 di Pioneer - sono particolarmente problematiche, in quanto sono state progettate per tollerare alcuni dei peggiori erbicidi presenti sul mercato, in particolare l’estremamente controverso glifosato.
Il Parlamento europeo, coerentemente con le sue critiche al processo decisionale, ha adottato oggi due obiezioni all'autorizzazione all'importazione nell'Unione europea di queste colture geneticamente modificate. Come per le 23 precedenti autorizzazioni presentate per gli OGM, gli Stati membri non sono riusciti a raggiungere un accordo. La decisione della Commissione su questi due mais GM è attesa per le prossime settimane.
Bart Staes, eurodeputato responsabile per i Verdi/ALE sulla questione degli OGM, ha commentato: "Il Parlamento europeo ha sempre espresso la propria opposizione alle autorizzazioni degli OGM. Vi sono ancora molte domande senza risposta sull'impatto di questi OGM sulla nostra salute e sull'ambiente. Inoltre, sappiamo già che gli erbicidi a cui sono stati resi tolleranti, così come alcuni metaboliti, sono pericolosi per la salute. E' evidente che l'attuale sistema di approvazione non è adatto allo scopo prefisso, e accogliamo con favore la volontà della Commissione di riformarlo. Tuttavia, non è solo il processo ad essere imperfetto. La Commissione deve guardare al di là delle richieste delle grandi imprese agricole e perseguire una politica che soddisfi in modo più efficace e sostenibile le esigenze dei consumatori e degli agricoltori europei".
Nessuna riforma possibile senza gli Stati membri
Sembrerebbe logico che gli Stati membri sostengano una riforma volta a conferire loro maggiori poteri e che ponga fine a questa difficile situazione. Tuttavia, mentre il Parlamento europeo ha lentamente iniziato ad occuparsi di questo fascicolo, il Consiglio, composto dagli Stati membri dell'UE, ha apparentemente deciso che esso non è abbastanza importante per potervi lavorare. Questo solleva le seguenti domande: gli Stati membri sono felici di continuare a nascondersi dietro la grande e cattiva Commissione, che possono poi andare a casa e incolpare davanti alle telecamere, o si assumeranno finalmente la responsabilità delle decisioni prese "a Bruxelles"?
Il problema è che, qualunque sia la decisione del Parlamento europeo, le regole non cambieranno senza l'accordo del Consiglio. La riforma può ancora andare avanti, ma solo se i governi nazionali sentono la pressione dei loro cittadini a preoccuparsi davvero della democrazia e della trasparenza nell'Unione europea, uscendo dal buio. Come Verdi/Alleanza libera europea, stiamo proseguendo il nostro lavoro per un'Unione europea più sostenibile, democratica e più trasparente!